La direttiva D.g.r. Lombardia 16 maggio 2007‐ n. VIII/4732 per la Pianificazione di Emergenza degli Enti locali considera inoltre i rischi di origine antropica:
Rischio Industriale
Per la valutazione del rischio industriale si considerano gli stabilimenti che ricadono nelle specificità previste dalla norme di settore (D.Lgs. 334/99 Seveso II, D.Lgs. 238/2005 Seveso III), secondo le Linee guida per la pianificazione dellemergenza esterna degli stabilimenti industriali a rischio dincidente rilevante, approvate con d.p.c.m. del 25 febbraio 2005, contenenti anche un utile metodo speditivo.
Allo stato attuale, risulta una sola società, la ALVI S.r.l. con stabilimento sito in Strada Bellingera, Pavia, rientrante nellambito di cui allart. 6 del D.lgs. 334/99 e s.m.i..
Il Decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 (Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose) coordinato con le modifiche introdotte dal Decreto legislativo 21 settembre 2005 n. 238 stabilisce per le industrie a rischio di incidente rilevante la predisposizione da parte della Prefettura, in collaborazione con lazienda, Vigili del Fuoco, ARPA e Regione di un Piano di Emergenza Esterno.
Il Piano di Emergenza Esterno comprende la delimitazione delle aree interessate da un eventuale incidente, oltre alle procedure ed ai comportamenti da attuarsi in caso di emergenza.
LʹElaborato Tecnico redatto ai sensi del D. M. 9 maggio 2001 e della Dgr n IX/3753 del 11 Luglio 2012, che costituisce parte integrante e sostanziale del PGT vigente, contiene:
- le informazioni fornite dal gestore per lindividuazione delle corrette aree di danno (ricavate dal rapporto di sicurezza per gli stabilimenti in art. 8 D.lgs. 334/99 o fornite specificatamente per quelli di cui allart. 6);
- la cartografia necessaria sia per linquadramento territoriale che, per lʹindividuazione e la rappresentazione su base cartografica tecnica e catastale aggiornate degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili e degli eventuali scenari incidentali che potrebbero avere effetti su tali elementi;
- la cartografia dellʹinviluppo geometrico delle aree di danno per ciascuna delle categorie di effetti e, per i casi previsti, per ciascuna classe di probabilità;
- la descrizione delle disposizioni disciplinanti le aree sottoposte a specifica regolamentazione risultanti dalla sovrapposizione cartografica degli inviluppi e degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili;
- gli eventuali pareri delle autorità competenti ed in particolare quello dellʹautorità di cui allʹart. 21, comma 1, del d.lgs.17 agosto 1999, n. 334 (Comitato Tecnico Regionale presso lIspettorato Regionale dei Vigili del Fuoco; Regione o Provincia autonoma competente);
- le eventuali previsioni dei Piani di Emergenza Esterni relativi agli stabilimenti RIR
- ulteriori misure che possono essere adottate sul territorio, tra cui gli specifici criteri di pianificazione territoriale, la creazione di infrastrutture e opere di protezione, la pianificazione della viabilità, i criteri progettuali per opere specifiche, nonché, ove necessario, gli elementi di correlazione con gli strumenti di pianificazione dellʹemergenza (Piano di Emergenza Esterno della Prefettura) e di protezione civile (comunali/provinciali).
Ai fini del presente Piano di Emergenza comunale, si riconduce alla fattispecie del rischio industriale quello nucleare.
A Pavia si possono localizzare inoltre due impianti/ laboratori nucleari secondo il D. Lgs. 230/95 e s.m.i..
Ai sensi del D. Lgs. 17 marzo 1995, n. 230 Attuazione delle direttive Euratom 80/836, 84/467, 84/466, 89/618, 90/641, 92/3 in materia di radiazioni ionizzanti e s.m.i. lemergenza nucleare è riferita alle situazioni determinate da eventi incidentali che diano luogo o possano dar luogo ad una immissione di radioattività nellambiente, tale da comportare dosi per la popolazione superiori ai limiti stabiliti.
Il Laboratorio Energia Nucleare Applicata LENA, Centro Servizi Interdipartimentale dellUniversità degli Studi di Pavia, gestisce un reattore nucleare di ricerca, un ciclotrone per la produzione di radioisotropi e altre sorgenti ionizzanti.
Limpianto è destinato a esperimenti di fisica nucleare, produzione di radioisotopi, istruzione, dimostrazione e ricerca.
Limpianto è ubicato in via Aselli 41 ed è fornito di Reattore Triga Mark II, Sorgente gamma di cobalto, Ciclotrone da 18 Mev, Labroatorio di Radiochimica.
Presso il Dipartimento di Chimica dellʹuniversità degli Studi di Pavia in Via Taramelli 12 al piano seminterrato è inoltre presente la Struttura Moltiplicante Sottocritica, SM‐1, che ha come scopo principale lʹesecuzione di esperienze di laboratorio ai fini didattici e di ricerca.
La Struttura Moltiplicante sottocritica SM1 è un reattore nucleare progettato e utilizzato per produrre reazioni di fissione a catena, con la caratteristica peculiare che in assenza di una sorgente di neutroni ne risulta impossibile lauto sostenimento, sia in condizioni normali, sia accidentali. Infatti, la struttura moltiplicante sottocritica è costituita da elementi di combustibile contenenti uranio metallico naturale, quindi con un tenore di 235U che non permette in alcun modo di raggiungere la criticità.
Ai sensi dellart. 116 del D. Lgs. 230/95 e s.m.i..1, per assicurare la protezione, ai fini della pubblica incolumità, della popolazione e dei beni dagli effetti dannosi derivanti da emergenza nucleare, per tali impianti deve essere predisposto un Piano di Emergenza Esterna P.E.E. redatto dalla Prefettura territorialmente competente.
Il P.E.E. per limpianto nucleare del Dipartimento di Chimica dellUniversità degli Studi di Pavia è redatto dalla Prefettura di Pavia.
In entrambi casi il rischio si può considerare non prevedibile.
Quando accade inizia la fase di Allarme/Stato di emergenza.
In via preventiva il Comune ha lʹonere di informare la popolazione sul rischio territoriale e sul Piano Emergenza Esterno, in cui sono indicati i comportamenti da adottarsi in caso di accadimento.
La Responsabilità di coordinamento è, in generale, in carico alla Prefettura ‐ U.T.G. che convocherà il C.C.S..
Sul posto spetta ai VV.F. ed A.R.P.A., a questʹultima, in particolare, quando si è in presenza di dispersione di sostanze tossiche, pericolose per la salute pubblica e lʹambiente.
Al Comune rimane una competenza, residuale, di supporto logistico assistenziale.
La stessa procedura operativa potrà essere seguita anche in caso di:
- rilascio di sostanze tossiche e radioattive;
- incidenti e disastri ferroviari presso la Stazione Centrale nella quale, alla luce dei loro piani, si prenderanno contatti con il Responsabile alla sicurezza;
- incidenti alla rete metanifera od oleodotto.
Rischio Viabilistico
La congestione della rete viabilistica regionale, autostradale e stradale, rende inevitabile occuparsi delle possibili conseguenze di incidenti stradali o blocchi dovuti a condizioni meteorologiche avverse, dissesti o manifestazioni di vario tipo (autorizzate e non).
La principale problematica da affrontare riguarda lindividuazione di viabilità alternativa in grado di sopportare il traffico deviato; pertanto dovranno essere censiti i punti critici (strettoie, curve pericolose, tornanti, ponti con capacità di carico limitata, ponti e sottopassi con relative altezze) lungo i percorsi di collegamento con i comuni limitrofi e la viabilità principale (autostrade, superstrade, strade statali e provinciali).
Si tratta di eventi non prevedibili ed in quanto tali, nel momento in cui avvengono inizia la fase di Allarme/Stato di emergenza senza passaggi nelle fasi di Attenzione e Preallarme.
Altri rischi generici
Rischio sversamento di sostanze pericolose/inquinanti
Sul rischio da trasporti di merci pericolose, al momento, non esistono direttive specifiche in merito alla pianificazione di tali emergenze; pertanto, in via speditiva, potrà essere mutuata la metodologia contenuta nella Direttiva Grandi Rischi.
Si tratta di eventi non prevedibili ed in quanto tali, nel momento in cui avvengono inizia la fase di Allarme/Stato di emergenza senza passaggi nelle fasi di Attenzione e Preallarme.
TIPOLOGIA DI TRASPORTO
- su strada: Autocisterne con capacità di carico da 15 a 50 t circa
- tramite condotte sotterranee: Oleodotti, Gasdotti e Ossigenodotti sotterranei di collegamento
- su ferrovia: Vagoni cisterna, colli con capacità di carico 20 ‐35t: il trasporto comporta la movimentazione di prodotti pericolosi appartenenti a diverse categorie RID
- aereo: Aeroplani con capacità di carico ‐ carburante da 15 a 200 t
Il territorio del Comune non evidenzia situazioni di particolare pericolosità dal punto di vista chimico industriale.
Il trasporto merci su gomma rappresenta la stragrande maggioranza della movimentazione di materiali, strutture e sistemi operativi tra le varie attività produttive del paese.
Pavia è posta per la sua posizione geografica in una zona ad alta densità di circolazione.
Sono infatti presenti sul territorio strade statali rilevanti e strade provinciali con notevole afflusso della circolazione dove migliaia di mezzi trasportano merci spesso pericolose.
Qualora si verificasse un incidente stradale con versamento di sostanze tossiche o pericolose sono seguite le normali pratiche di intervento urgente con la presenza contemporanea di Vigili del Fuoco, Aziende specializzate nella bonifica delle sostanze tossiche, Carabinieri, Polizia Stradale, Polizia locale ed eventualmente ambulanze e volontari. qualora fossero coinvolte persone con sintomi specifici da intossicazione.
Si collabora in ogni caso con lARPA per quanto riguarda la gestione dellʹinquinamento ambientale.
Il rischio maggiore è rappresentato dalle emergenze che possono velificarsi con riferimento a infrastrutture quali metanodotti o oleodotti: secondo le statistiche incidentali si hanno rischi essenzialmente derivanti da problemi di escavazioni ma anche da procedure di esercizio disattese, problemi di corrosione, eventuale effetto domino e altro.
Il Comune di Pavia è interessato dallattraversamento di metanodotto e di oleodotto.
La Protezione civile è interessata ogni qual volta gli incidenti coinvolgono mezzi di trasporto contenenti sostanze che a seguito dellevento, possano esplodere o incendiarsi generando effetti quali ustioni, onde dʹuno per spostamento dʹaria e irradiazione di calore oppure sostanze con caratteristiche di tossicità tali da delineare situazioni di esposizione pericolose per la popolazione nel caso vengano rilasciate in atmosfera.
Il rischio connesso alle infrastrutture di trasporto stradale è generalmente sottovalutato, nonostante possa dar luogo ad effetti incidentali paragonabili a quelli possibili negli impianti fissi in assenza, oltre tutto, di preparazione specifica del personale e di presidi di sicurezza attivi e passivi tipici di uno stabilimento che tratta merci pericolose.
Il rischio conseguente all incidente è ovviamente legato al tipo di sostanza trasportata, nota solo allʹaccadere dellʹevento. In talune situazioni il traffico può essere dirottato su percorsi alterativi mentre in casi estremi può essere necessaria levacuazione della popolazione residente nelle vicinanze dellʹincidente.
Ipotizzando che si verifichi un incidente e che esso coinvolga un mezzo che trasporti sostanze pericolose date le variabili in gioco (caratteristiche di pericolosità della materia eventualmente rilasciata, dimensioni e tipo del rilascio, caratteristiche dei luoghi, presenza di persone, condizioni meteo, ecc.). si evince come ogni evento possa essere consideralo un caso a se e quindi difficilmente prevedibile.
Essendo impossibile però esaminare in maniera preventiva ciascuno dei possibili scenari, ci si deve limitare a descrivere gli aspetti principali che caratterizzano il teatro incidentale e che possono aiutare nellimpostare lʹintervento di Protezione Civile.
Nellʹanalisi è bene considerare che lentità del rilascio, nel caso di trasporto con autocisterne, può essere rilevante (fino a 30.000 litri) e lʹarea interessata dallemergenza, a seconda della sostanza trasportata, può raggiungere anche dimensioni dellʹordine del chilometro dal luogo del rilascio, sia per leffetto di esplosioni che della diffusione di nubi di vapori infiammabili o tossici.
A livello preventivo è comunque possibile effettuare qualche considerazione.
Per quanto concerne le infrastrutture stradali, è possibile ipotizzare alcune tipologie di prodotti pericolosi movimentati, ovvero individuare alcune sostanze da prendere come indicatori delle differenti tipologie del danno che si potrebbe velificare in caso di situazione incidentale.
- Gas estremamente infiammabili: GPL
- Liquidi facilmente infiammabili: Benzina
- Liquidi tossici: cloro
Infine per qualunque incidente che coinvolga mezzi trasportanti sostanze pericolose, al fine di fornire supporto specialistico agli Enti competenti dello Stato per la salvaguardia dellincolumità delle persone, dei beni materiali e dellambiente, il Comando dei Vigili del Fuoco o la Prefettura possono arrivare il Servizio di Emergenza Trasporti.
Lo scenario di rischio è descritto nellelaborato grafico 5.4 Carte degli scenari: Rischio di incidente industrial
Rischio di superamento dei valori limite degli inquinanti in atmosfera
Il miglioramento della qualità dellaria attraverso ladozione di misure al verificarsi di determinate condizioni di criticità che permettano riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera costituisce azione prioritaria ed imprescindibile delliniziativa dei Comuni ai fini della tutela e protezione della salute dei cittadini
Pur essendo le emissioni di PM10 e di NO2 inferiori alla media UE le concentrazioni in atmosfera di questi inquinanti permangono in alcuni periodi dellanno al di sopra dei livelli fissati dalle direttive europee vigenti, a causa delle peculiari condizioni orografiche e meteo‐climatiche del bacino padano e della densità delle attività antropiche che caratterizzano il territorio del Comune di Pavia, determinando una significativa vulnerabilità ambientale sotto il profilo della qualità dellaria.
INEMAR di ARPA Lombardia indica quali principali fonti di emissione degli ossidi di azoto e del PM10 il traffico veicolare e la combustione non industriale (riscaldamento, biomassa legnosa).
Il D.Lgs 155/2010 ʺAttuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dellʹaria ambiente e per unʹaria più pulita in Europaʺ stabilisce il valore limite giornaliero per il PM10 di 50 μg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile; il limite annuale per il PM10 di 40 μg/m3; il valore limite orario per il biossido di azoto di 200 μg/m3 da non superare più di 18 volte allanno; il limite annuale per il biossido di azoto di 40μg/m3; la soglia di allarme per lozono di 240 μg/m3 come media oraria.
Al superamento delle soglie di criticità sarà necessario attivare interventi per la limitazione delle emissioni in atmosfera di inquinanti che contribuiscono allinsorgenza del rischio di superamento della soglia giornaliera di 50 mg/m3 di PM10.
La schematizzazione delle fasi in tale rischio è legata alle concentrazioni nellaria che si prevede possano raggiungere o che raggiungono gli inquinanti.
È opportuno precisare che in tale rischio le conseguenze sanitarie sono prevalentemente a lungo termine; le patologie acute ed a breve termine, con sintomatologia anche grave, si possono manifestare particolarmente in soggetti vulnerabili, ma anche in soggetti sani, che, ad esempio per quanto riguarda linquinamento da ozono, facciano attività fisica allaperto nelle ore più calde del giorno.
Per la particolare e specifica competenza richiesta, la gestione dellʹemergenza è in capo ad A.S.L. e ad A.R.P.A..
Rischio da eventi e manifestazioni
Questa classe di eventi comprende i rischi che possono derivare dallassembramento, per un limitato periodo di tempo, di una folla di persone, in ambiti territoriali circoscritti a causa di attività derivanti dalla vita sociale delluomo (feste, eventi di carattere politico, religioso, culturale, sportivo, ecc.). Molta importanza riveste il numero delle persone presenti, lestensione e la durata dellassembramento.
Gli eventi e/o manifestazioni si possono distinguere, rispetto alla pianificazione, in:
- programmati e/o organizzati che richiamano un rilevante afflusso di persone che si mantiene approssimativamente costante per tutta la durata dellevento stesso: manifestazioni di piazza, concerti, raduni sportivi in ambiti limitati, manifestazioni organizzate da privati, Organizzazioni/Associazioni, istituzioni pubbliche.
- non programmati e non organizzati, che richiamano spontaneamente e in un breve lasso di tempo un rilevante afflusso di persone variabile nel tempo e nello spazio in un luogo pubblico o aperto al pubblico (es. raduni spontanei e improvvisi nelle piazze o nelle pubbliche vie, funerali di personalità, sommosse).
Gli eventi/manifestazioni di cui sopra, in relazione al livello di rischio possono essere classificati in base alle seguenti variabili:
- tipologia dellʹevento;
- caratteristiche del luogo
- affluenza di pubblico.
Rientrano in tale fattispecie la manifestazione Festa del Ticino), la CorriPavia, il Palio del Ticino e in generale le manifestazioni di livello comunale, provinciale, regionale di carattere diffuso.
La normativa di settore già disciplina attualmente i vincoli e i requisiti strutturali ed organizzativi che devono essere posseduti dai locali e dagli ambienti da adibire allo svolgimento di spettacoli.
Relativamente allo svolgimento degli eventi/manifestazioni, la normativa vigente prevede altresì lʹobbligo di informare e/o di richiedere lʹautorizzazione alle competenti Autorità a cui fanno capo le Commissioni di Vigilanza dei luoghi di pubblico spettacolo, rispettivamente, comunali e provinciali (R.D. 18/6/31 e succ. modifiche e integrazioni).
In tali Commissioni di Vigilanza è presente, tra gli altri, un Medico dellʹASL competente per territorio.
Regione Lombardia, con la DGR n. X/2453 del 7 ottobre 2014, ha definito i nuovi criteri e le modalità di pianificazione ed organizzazione in occasione di eventi e/o manifestazioni, con il prioritario obiettivo di garantire il massimo livello di sicurezza possibile per chi partecipa, per chi assiste e per chi è coinvolto a qualsiasi titolo, anche solo perché presente casualmente nellarea interessata.
In Regione Lombardia lʹorganizzazione del Servizio Territoriale di Emergenza sanitaria è affidata allʹAzienda Regionale Emergenza e Urgenza (AREU), istituita e attivata ai sensi della L.R. n. 32/2007 e s.m.i..
Al fine di garantire che i soccorsi sanitari rispettino il medesimo livello qualitativo assicurato nellʹordinaria attività quotidiana, anche in occasione di eventi/manifestazioni programmate deve essere preventivamente pianificata e messa a disposizione unʹorganizzazione totalmente sinergica con lʹordinaria organizzazione del 112.
Nel caso degli eventi programmati e/o organizzati, lʹidentificazione del livello di rischio è preventivamente calcolata dallo stesso organizzatore dellʹevento secondo la ʺTabella per il calcolo del livello di rischio (Algoritmo di Maurer) di cui alla D.g.r. 7 ottobre 2014 ‐ n. X/2453 Recepimento dellaccordo tra Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano per lorganizzazione e lassistenza sanitaria negli eventi e nelle manifestazioni programmate, sancito in data 5 agosto 2014 dalla Conferenza unificata.
In base al punteggio ottenuto dalla tabella, vengono identificati i seguenti livelli di rischio:
I livelli di rischio moderato/elevato e molto elevato devono essere ulteriormente esaminati a cura di AREU, attraverso valutazioni e parametri specifici, al fine di quantificare il rischio totale degli eventi/manifestazioni e di definire le risorse di soccorso sanitario adeguate allevento.
Tali parametri sono da intendersi indicativi per la pianificazione dellassistenza sanitaria e possono essere modificati da AREU, sulla base della specificità dellevento.
La D.g.r. Lombardia 7 ottobre 2014 ‐ n. X/2453 definisce i
- Criteri da seguire per la pianificazione degli eventi e/o manifestazioni
- Procedure di comunicazione, di validazione e di controllo
- Oneri organizzativi
Nel caso invece degli eventi non programmati e non organizzati, che per loro caratteristica sono non organizzati e, talvolta imprevedibili e improvvisi, il livello di rischio non può essere preventivamente calcolato.
E facoltà delle Istituzioni deputate allʹordine e alla sicurezza pubblica valutare la possibilità di utilizzare la classificazione allegata per dimensionare lʹeventuale supporto da mettere a disposizione.
In occasione di tali eventi o manifestazioni che determinano condizioni straordinarie di afflusso di persone, alla protezione civile è chiesto servizio di prevenzione e di supporto alle forze istituzionali a ciò preposte (Agenti di polizia locale, Carabinieri, Vigili del fuoco o altre forze dellordine) nella regolazione del transito di veicoli e dei flussi di persone e nel fornire informazioni e generi di conforto.
Rischio di crollo di edifici
Il 17 marzo 1989 crollò allʹimprovviso la Torre Civica di Pavia provocando 4 morti e 15 feriti.
Dopo il crollo della torre campanaria, il Duomo fu chiuso per quasi 23 anni per ripristinare le condizioni di sicurezza della cupola in particolare.
A seguito di tale crollo, non solo sono state svolte indagini sulle cause di questo a opera di commissioni di nomina ministeriale, ma diversi altri monumenti storici della città sono stati oggetto di indagini, a scopo preventivo e conservativo, curate dagli Enti responsabili: tra questi le altre cinque torri civiche di origine medievale, il campanile della chiesa del Carmine e la cattedrale stessa.
La cupola del Duomo è stata messa in sicurezza con una struttura di soccorso in grado di sostenere tutto il peso dellʹapparato architettonico in caso di cedimento (puntellatura metallica poggiata su pali in cemento armato che sprofondano per 15‐20 metri nel terreno). Il risanamento è avvenuto tramite la posa in opera di numerosi tiranti trasversali in acciaio inossidabile e lʹiniezione di resine per ristabilire la collaborazione tra il paramento esterno delle colonne e la muratura interna e per migliorare i contatti tra concio e concio dellʹincamiciatura esterna.
La torre Belcredi è ledificio duecentesco più alto di Pavia. Questa e la vicina torre San Dalmazio addossate alle case su via Porta, raggiungono i 60 metri di altezza.
Recentemente entrambe le torri sono state oggetto di segnalazioni per caduta di frammenti di tegole, sassi o mattoni e il Comune ha disposto la chiusura di via Porta.
La maggior parte delle torri sono state sottoposte a opere di consolidamento strutturale.
Tali fenomeni possono ritenersi precursori di un rischio di crollo degli edifici soprattutto in centro storico dove le costruzioni risultano più vulnerabili.
Potrebbero verificarsi episodi di collasso imprevedibili causati da cedimenti strutturali, fenomeni di danneggiamento caratterizzati dallʹevoluzione delle deformazioni, danneggiamento meccanico nel tempo della muratura, infiltrazioni dʹacqua nelle murature, cedimenti differenziali delle fondazioni o anche da incidenti domestici.
E quindi auspicabile ed opportuno che la struttura comunale di Protezione Civile sia in grado di intervenire in caso di crolli, andando ad affiancare i Vigili del Fuoco: per questo motivo, le squadre predisposte per calamità di diverso genere, possono essere attivate anche in supporto alle attività di soccorso in caso di crolli. Ugualmente importante è lintervento della struttura comunale in caso di crolli parziali o di lesioni strutturali, che possano pregiudicare la stabilità o la sicurezza delledificio o dellinfrastruttura, e che necessitano pertanto di verifiche tecniche, anche a supporto dei VVF.
Il crollo degli edifici coinvolge la Protezione Civile in merito alle operazioni di:
- evacuazione immediata degli edifici circostanti;
- messa in sicurezza degli edifici circostanti;
- valutazione dei danni a cose, persone e/o animali.
Rischio di scomparsa di persone
Spetta alla Prefettura il compito esclusivo di attivazione e gestione del Piano di intervento per la ricerca di persone scomparse con particolare riferimento al coordinamento delle componenti operative.
E riservata allAutorità Giudiziaria competente, anche quella minorile, lʹiniziativa di autorizzare, in caso di scomparsa di persone connessa alla commissione di un reato, specifiche attività di ricerca da parte delle componenti operative, per il tramite della Forza di Polizia delegata dallʹ Autorità Giudiziaria medesima.
Per i risvolti di allarme sociale che il problema determina è fondamentale lʹimportanza del coordinamento e la sinergia delle Forze dellʹordine, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, degli Enti locali e degli altri soggetti istituzionali, nonché il concorso del sistema di protezione civile, delle organizzazioni del volontariato attive sul territorio per la tempestività dellʹintervento e la rapidità del ritrovamento della persona scomparsa.
Per ogni categoria di persona scomparsa ed in relazione alla motivazione della scomparsa stessa (così come individuata allatto della denuncia), sarà opportunamente modulata lʹattività di ricerca.
Il Sindaco, quale autorità di Protezione Civile del proprio ambito territoriale è il soggetto che dovrà essere tempestivamente informato dellattivazione delle procedure del piano di intervento per la ricerca di persone scomparse e della relativa evoluzione, in tutte le fasi della pianificazione.
Il Sindaco concorre alle operazioni di ricerca fornendo assistenza alle componenti operative impegnate nelle operazioni di ricerca sul proprio territorio con la messa a disposizione delle risorse umane e strumentali.
La Polizia Locale, i Servizi Sociali, la struttura comunale di P.C. e gli altri uffici comunali possono essere chiamati a contribuire alle attività condotte da Carabinieri e Polizia di Stato relative alla fase informativa. Quando le ricerche comportano il necessario coinvolgimento di una pluralità di soggetti, la Prefettura, dʹintesa con Provincia e Sindaco, possono decidere di attivare il C.O.C se il territorio di ricerca si riferisce a quello comunale (casi di scomparsa nel centro abitato), oppure il Centro Operativo Misto ‐ COM, quale centro di coordinamento per le operazioni di ricerca sovra comunale.
Potrà inoltre essere attivato dai Vigili del Fuoco un Posto di Comando Avanzato il più vicino possibile al luogo delle operazioni.
Rischio di perdita dei dati o di mancata accessibilità agli stessi
La continuità dei sistemi informativi rappresenta per le pubbliche amministrazioni, nellambito delle politiche generali per la continuità operativa dellente, un aspetto necessario allerogazione dei servizi a cittadini e imprese e diviene uno strumento utile per assicurare la continuità dei servizi e garantire il corretto svolgimento della vita nel Paese.
Al riguardo e più in particolare larticolo 50‐bis del CAD aggiornato (che attiene alla Continuità operativa) delinea gli obblighi, gli adempimenti e i compiti che spettano alle Pubbliche Amministrazioni, a DigitPA e al Ministro per la pubblica amministrazione e linnovazione, ai fini dellattuazione della continuità operativa:
- In relazione ai nuovi scenari di rischio, alla crescente complessità dellattività istituzionale caratterizzata da un intenso utilizzo della tecnologia dellinformazione, le p.p.a.a. predispongono i piani di emergenza in grado di assicurare la continuità delle operazioni per il servizio e il ritorno alla normale operatività.
- Il Ministro per la pubblica amministrazione e linnovazione assicura lomogeneità delle soluzioni di continuità operativa definite dalle diverse Amministrazioni e ne informa con cadenza almeno annuale il Parlamento.
- A tali fini, le pubbliche amministrazioni definiscono:
a. il piano di continuità operativa, che fissa gli obiettivi e i principi da perseguire, descrive le procedure per la gestione della continuità operativa, anche affidate a soggetti esterni. Il piano tiene conto delle potenziali criticità relative a risorse umane, strutturali, tecnologiche e contiene idonee misure preventive. Le amministrazioni pubbliche verificano la funzionalità del piano di continuità operativa con cadenza biennale;
b. il piano di Disaster Recovery, che costituisce parte integrante di quello di continuità operativa di cui alla lettera a) e stabilisce le misure tecniche e organizzative per garantire il funzionamento dei centri di elaborazione dati e delle procedure informatiche rilevanti in siti alternativi a quelli di produzione.
DigitPA, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, definisce le linee guida per le soluzioni tecniche idonee a garantire la salvaguardia dei dati e delle applicazioni informatiche, verifica annualmente il costante aggiornamento dei piani di Disaster Recovery delle amministrazioni interessate e ne informa annualmente il Ministro per la pubblica amministrazione e linnovazione.
4. I piani di cui al comma 3 sono adottati da ciascuna amministrazione sulla base di appositi e dettagliati studi di fattibilità tecnica; su tali studi è obbligatoriamente acquisito il parere di DigitPA.
Per la prevenzione e gestione di tali rischi si rimanda agli specifici documenti di cui sopra per i quali il Comune di Pavia ha acquisito il parere favorevole di DigitPA (Parere n° 146/2012